E così siamo arrivati alla cavalcata finale, con questo The Strain 4×01: The worm turns inizia la stagione conclusiva di questa serie che non ha mai davvero svoltato a livello di pubblico e forse nemmeno di qualità, non a livelli capolavoro perlomeno, ma che rimane comunque un prodotto di ottima fattura, con una bella storia alla base e con alcuni episodi, specialmente quelli firmati dal maestro Del Toro, decisamente sopra la media.
Che è successo nell’episodio
Seguiamo tre storyline: i cattivi (il Maestro, Eichorst e Zach), Eph che vaga da solo sconfitto e sfiduciato, Vasily Fet che insieme a Quinlan gira fuori New York insieme a un gruppo di persone armate e a una certa Charlotte, interpretata da quella gnoccona esagerata di Rhona Mitra.
Eph pensa solo a sopravvivere, fa affari al mercato nero vendendo le sue competenze come medico, ma non è diventato completamente cinico e insensibile, si imbatte in due giovani, fratello e sorella che ancora combattono cercando di resistere agli Strigoi.
Gli Strigoi, facciamo un passo indietro e poi uno avanti, prima di raccontare che fanno gli altri devo dire che sono passati nove mesi da quando la piccola merda (anche conosciuto come Zach) ha fatto detonare l’ordigno nucleare mettendo in atto il piano del Maestro e liberando il Maestro stesso che era stato intrappolato in un sarcofago, il risultato è stato che a New York il Maestro, che ora è nel corpo di Palmer, potendo disporre dei suoi strigoi nelle strade (il sole è oscurato dal fallout) non li ha scatenati lasciandoli liberi di razziare, ha anzi creato un sistema in cui le persone e gli strigoi vivono fianco a fianco, nella sua propaganda con mutui benefici (si sono pure inventati un bel nome/slogan da marketing: the partnership) ma in realtà le persone sono bestiame, anche se convincendole a donare “liberamente” il sangue in cambio di un tozzo di pane ha trovato un modo più efficiente della semplice caccia per non stare mai a corto di cibo.
Fet e Quinlan sono alla ricerca di un silo del governo che non sia stato razziato perchè vogliono un arma nucleare da portare a Setrakian, Fet e la sua bella Charlotte vengono catturati da una comunità di donne e qui provvidenzialmente trovano prigioniero un ex-militare che prestava servizio proprio in un silo, poi si liberano con l’aiuto del sempre fighissimo Quinlan.
Il Maestro sta crescendo Zach, ma chiamiamolo col suo nome: la merda! Per essere in futuro il suo nuovo corpo forgiato su misura, ovviamente Eichorst non ne è contento e non ne fa mistero, il Maestro gli dice che Zack è anche un’assicurazione contro Setrakian e Quinlan visto che Eph è ancora in giro, ma che se gli porta tutti i suoi nemici in ginocchio potrebbe riconsiderare l’utilità del ragazzo.
Recensione
Innanzitutto: che fine hanno fatto Gus e Dutch? Il primo non lo vediamo, se non ricordo male, dal penultimo episodio della stagione 3, quando fu l’unico a salvarsi dall’attacco Strigoi che spazzò via la Faraldo, i poliziotti a lei fedeli e Angel. Dutch nell’ultimo episodio non ricordo sinceramente dove la lasciammo dopo l’esplosione.
La parte su Eph l’ho trovata abbastanza moscia, ma in effetti ha svolto il suo compito, ovviamente in questo episodio tutto quello che doveva fare la storyline di Eph era mostrarci la situazione post-apocalittica in cui versa New York, il suo comprensibile scoramento è stato anche funzionale a questo, non essendo uno della resistenza ma uno che vivacchia (almeno in questo episodio) ci ha mostrato la vita nella New York post Illuminazione (così i media asserviti al Maestro chiamano l’esplosione).
La parte dedicata a Fet, Quinlan e Charlotte (mamma mia quanto è figa!) sicuramente più movimentata e divertente, anche se francamente il colpo di cul… con cui hanno finalmente trovato la strada per un silo è una forzatura, bene quindi che gli autori piuttosto che arrampicarsi sugli specchi lo abbiamo implicitamente ammesso tirandoci fuori un momento di humour, Quinlan che dice “ancora una volta Vasily Fet cade nel letame e ne esce profumato come una rosa” risposta di Fet “è il mio superpotere”, Bene anche che le donne che avevano catturato Fet quasi non le vediamo, meglio che siano state solo un brevissimo espediente funzionale all’incontro col soldato prigioniero piuttosto che andare ad esplorare il trash della comunità di amazzoni.
Considerazioni sparse:
_ chi pensa che il Maestro anche se Eichorst gli portasse le teste di Setrakian, Eph e Quinlan non rinuncerebbe a Zach, alzi la mano. Io sto alzando la mia.
_ visto lo sguardo di Quinlan mentre Fet e Charlotte (mamma mia quanto è gnocca!) si baciavano? che voleva dire? che è geloso perchè gli piace Charlotte? Autocommiserazione per qualcosa non potrà mai avere? Non ho bisogno di questa merda! Speriamo sia altro, assolutamente non voglio la prima possibilità, ma farei a meno anche dei piagnistei della seconda. Anche se, non calcando troppo la mano su pietismo e autocommiserazione potrebbero arricchire il personaggio.
_ nel sogno di Fet Setrakian brucia il libro e dice che il Maestro verrà distrutto di fronte alla faccia di Dio, Fet sta cercando una bomba nucleare per Setrakian. Vuol dire che la bomba è Dio? A me che sono vecchio ha procurato un cortocircuito mentale che ha riportato alla mente il secondo film della saga del Pianeta delle scimmie, film sottovalutatissimo, ma in realtà unico decente di tutto il franchise a parte il primo.
_ la parte su Zach terribile, terribile che gli autori in nome del politically correct, al grido di “è solo un ragazzo!”, provino a farci simpatizzare con lui mostrandoci qualche titubanza a seguire la strada tracciata per lui dal Maestro, in fondo non è cattivo! Ma stiamo scherzando? Mannaggia a quel porco, ha fatto saltare un fottuto ordigno nucleare a New York perchè era arrabbiato col padre per essersi difeso da Mamma Strigoi! Autori del mio ciufolo come cacchio pensate di poter instillare una qualche empatia in noi? Avete messo d’accordo tutto un fandom (e non è mai facile) vogliamo solo spiaccicare la sua testaccia sul muro.
Infine battuta più cool della settimana naturalmente per Quinlan “pensa a me come a un demone, dal Buon Libro”.